L’emozione che cambia il cervello

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I traumi e lo stress ci cambiano?

E’ indubbio che il cambiamento è molto più rapido ed efficace se legato ad un’esperienza emozionale. Se vogliamo ottenere un cambiamento utilizzare le emozioni è più efficace che condurre un ragionamento logico razionale. Questa è una delle basi della terapia strategica o terapia breve (Watzlawick, Nardone).

Se sia più efficace l’emozione postiva o negagativa (piacere o dolore) non è stato accertato. Molti ritengono che il dolore sia una leva più forte del piacere. I sostenitori del rinforzo positivo sostengono il contrario.

Il rinforzo positivo cosiste nel lodare il comportamento virtuoso, assumedo invece un atteggiamento di indifferenza verso quello negativo.

Magnus Lindkvist nel suo libro “Quando meno te lo aspetti – la crisi può essere la tua grande occasione” cita alcuni studi che dimostrerebbero che un intenso stress sia in grado di riprogrammare il DNA. In particolare uno studio su cittadini cinesi che avevano subito il terremoto del Sichuan ha evidenziato trasformzioni celebrali perfino in chi non aveva subito l’esperienza diretta dell’evento.

Positiva o meno l’emozione è sicuramente una grande protagonista del cambiamento. Dovremo tenerne in maggior conto quando in tema di educazione, formazione e nei trattamenti psicoterapeutici.

Quando Meno Te Lo Aspetti Quando Meno Te Lo Aspetti
La crisi può essere la tua grande occasione
Magnus Lindkvist

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Il disagio emotivo in Italia

Disagio Emotivo

Dal sito di

Telefono Amico

due interessanti rapporti sul disagio emotivo in Italia in tempi di crisi

  • Gli italiani, il disagio emotivo e la solitudine
    I risultati dell’indagine demoscopica svolta da Astra Ricerche per Telefono Amico Italia clicca qui
  • La situazione sociale in Italia in tempo di crisi finanziaria e comunicazione virtuale 
    Il Rapporto sul Disagio Emotivo in Italia (2008) clicca qui

Attenzione all’attenzione selettiva

Il tuo cervello seleziona per te le informazioni che, in un dato momento, ritiene essere quelle più importanti, a volte vitali.

La selezione delle informazioni è condizionata dalle credenze che hai sviluppato in base alle passate esperienze.

E’ un bene o un male?

E’ un bene perché altrimenti sarebbe impossibile sopravvivere alle migliaia di informazioni che giungono al cervello dai tuoi sensi.

E’ un male perché il condizionamento delle credenze si autoalimenta: selezioni inconsapevolmente le informazioni che confermano le tue convinzioni e trascuri le altre, rafforzando le tue credenze.

Prova tu stesso la potenza dell’attenzione selettiva sottoponendoti all’esperimento di Dan Simons, psicologo dell’Università dell’Illinois.

Quello che devi fare è contare il numero di passaggi dei giocatori con la maglietta bianca. Ma fai molta attenzione perché non è semplice come sembra seguire tutti i passaggi e la maggior parte delle persone sbaglia il conteggio.

prosegue sotto….

 

 

 

 

 

 

Allora? Che te ne pare? Sei fra la minoranza delle persone che vedono il gorilla? O anche te sei stato colpito dalla cecità attenzionale ’(inattentional blindness).

Quando concentri l’attenzione su qualcosa, tutto quello che esce dall’attenzione non viene registrato, si perde al livello cognitivo.

La corteccia frontale eccitata dall’acetil colina (un neurotrasmettitore) aumenta la trasmissione dell’informazione che viene invece inibita nelle aree occipitale e parietale concentrano l’attività percettiva sull’oggetto principale dell’attenzione.

Lascia un commento sul risultato del test e sugli effetti della cecità attenzionale.

Attenzione e Percezione
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I processi cognitivi tra psicologia e neuroscienze
Massimo Turatto
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Dov'è il Gorilla? Fattore Attenzione
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Impara a cogliere tutte le opportunità che la vita offre
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Meditazione e emozioni

Il progetto Samantha dell’università di San Fancisco, riportato su “Psyconeuroendocrinology”, ha dimostrato che la meditazione aumenta la quantità di telomerasi, che sarebbero associate alla senescenza delle cellule e alla prevenzione del cancro. Secondo gli autori della ricerca la meditazione può aumentare benessere, autocontrollo, concentrazione, autostima e ridurre i pensieri negativi e questo si traduce in un aumento della telomerasi, enzima che preserva la lunghezza dei telomeri con benefici sulla salute e la lunghezza della vita.

I ricercatori hanno chiesto a un maestro indiano di istruire 30 volontari a partecipare a due sessioni di meditazione di gruppo di sei ore di pratica individuale al giorno per tre mesi. Alla fine costoro avevano una quantità di telomerasi nel sangue superiore di un terzo a quella dei precedenti controlli.

Il rapporto fra meditazione e emozioni e meditazione e mutamenti duraturi nelle funzioni cerebrali è stato studiato verso i primi anni di questo secolo quando Richard Davidson, uno dei pionieri della neuroscienza delle emozioni,  ha sottoposto a elettroencefalogramma a 256 sensori e a risonanza magnetica funzionale fRMI il Lama Oser, europeo convertitosi al buddhismo addestratosi per molti anni a fianco di uno dei più grandi maestri spirituali del Tibet. Il cervello di Oser è stato letto durante vari tipi di meditazione.

Gli esperimenti sono stati condotto all’E.M. Keck Laboratory for Functional Brain Imaging and Behavior dell’Università del Wisconsin.

L’obiettivo era quello di comprendere se è possibile addestrare la mente affinché riesca a superare le emozioni distruttive e se è possibile educare le persone, già dall’età infantile, a farlo.

L’esperimento prevedeva l’analisi durante sei tipi diversi di meditazione.

I risultati. 

L’elemento più rilevante era un aumento dell’attività elettrica della circonvoluzione medio frontale sinistra, un’area del cervello individuato come sede delle emozioni positive, durante l’induzione dello stato di compassione nel corso della meditazione. Altri risultati riguardavano la capacità del Lama di identificare le emozioni sulla base delle microespressioni ultrarapide che compaiono sul volto delle persone (dimostrando una forte competenza empatica) e la capacità di controllare il riflesso di trasalimento conseguente ad un suono forte ed improvviso, capacità che è stata collegata all’equanimità, ossia alla capacità di non essere destabilizzai da forti emozioni.

Questi risultati, se considerati alla luce della neuroplasticità, ossia della capacit del cervello di mutare, costruire nuove sinapsi e generare neuroni come conseguenza di una intensa attività cerebrale direzionata verso una determinata pratica (suonare uno strumento, praticare uno specifico sport ma anche qualche forma di meditazione) conducano alla conclusione che sia possibile, attraverso la meditazione, cambiare quei circuiti del cervello collegati alle emozioni e quindi aumentare la propria felicità addestrando la mente.

 

    Fonti:
    • Nòva24 del 11 Novembre 2010 “Meditazione – Allunga la vita”
    • Emozioni distruttive – Dalai Lama e Daniel Goleman

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    Paola Bertoldi
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    Altre Risorse sulla meditazione

    Camminare rende più attivo il cervello

    Fare esercizio fisico moderato, come camminare per 40 minuti tre volte alla settimana, fa bene al cervello. Lo conferma uno studio pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience.

    Lo studio, basato su la risonanza magnetica eseguita su soggetti a distanza di sei mesi e un anno, ha rilevato una maggiore connettività nei circuiti cerebrali negli anziani camminatori rispetto a quelli che avevano praticato streching o ginnastica tonificante.

    Che ne pensi?

    Tu quanto cammini in una settimana?