Il progetto Samantha dell’università di San Fancisco, riportato su “Psyconeuroendocrinology”, ha dimostrato che la meditazione aumenta la quantità di telomerasi, che sarebbero associate alla senescenza delle cellule e alla prevenzione del cancro. Secondo gli autori della ricerca la meditazione può aumentare benessere, autocontrollo, concentrazione, autostima e ridurre i pensieri negativi e questo si traduce in un aumento della telomerasi, enzima che preserva la lunghezza dei telomeri con benefici sulla salute e la lunghezza della vita.
I ricercatori hanno chiesto a un maestro indiano di istruire 30 volontari a partecipare a due sessioni di meditazione di gruppo di sei ore di pratica individuale al giorno per tre mesi. Alla fine costoro avevano una quantità di telomerasi nel sangue superiore di un terzo a quella dei precedenti controlli.
Il rapporto fra meditazione e emozioni e meditazione e mutamenti duraturi nelle funzioni cerebrali è stato studiato verso i primi anni di questo secolo quando Richard Davidson, uno dei pionieri della neuroscienza delle emozioni, ha sottoposto a elettroencefalogramma a 256 sensori e a risonanza magnetica funzionale fRMI il Lama Oser, europeo convertitosi al buddhismo addestratosi per molti anni a fianco di uno dei più grandi maestri spirituali del Tibet. Il cervello di Oser è stato letto durante vari tipi di meditazione.
Gli esperimenti sono stati condotto all’E.M. Keck Laboratory for Functional Brain Imaging and Behavior dell’Università del Wisconsin.
L’obiettivo era quello di comprendere se è possibile addestrare la mente affinché riesca a superare le emozioni distruttive e se è possibile educare le persone, già dall’età infantile, a farlo.
L’esperimento prevedeva l’analisi durante sei tipi diversi di meditazione.
I risultati.
L’elemento più rilevante era un aumento dell’attività elettrica della circonvoluzione medio frontale sinistra, un’area del cervello individuato come sede delle emozioni positive, durante l’induzione dello stato di compassione nel corso della meditazione. Altri risultati riguardavano la capacità del Lama di identificare le emozioni sulla base delle microespressioni ultrarapide che compaiono sul volto delle persone (dimostrando una forte competenza empatica) e la capacità di controllare il riflesso di trasalimento conseguente ad un suono forte ed improvviso, capacità che è stata collegata all’equanimità, ossia alla capacità di non essere destabilizzai da forti emozioni.
Questi risultati, se considerati alla luce della neuroplasticità, ossia della capacit del cervello di mutare, costruire nuove sinapsi e generare neuroni come conseguenza di una intensa attività cerebrale direzionata verso una determinata pratica (suonare uno strumento, praticare uno specifico sport ma anche qualche forma di meditazione) conducano alla conclusione che sia possibile, attraverso la meditazione, cambiare quei circuiti del cervello collegati alle emozioni e quindi aumentare la propria felicità addestrando la mente.
Fonti:
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Nòva24 del 11 Novembre 2010 “Meditazione – Allunga la vita”
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Emozioni distruttive – Dalai Lama e Daniel Goleman

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Paola Bertoldi
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